La tecnica che si basa sulla PRP appare una valida alternativa alle tradizionali terapie mediche per contrastare la caduta dei capelli che prevedono il ricorso a farmaci (per esempio, la finasteride), dai molti effetti collaterali.


L’alopecia Androgenetica, che è una patologia su base per lo più ormonale, che colpisce prevalentemente l’uomo ma che non è lontana dalla donna.

Che cos’è l’Alopecia Androgenetica. E’ una forma più che di calvizie vera e propria, nella sua gravità estrema diventa una calvizie, ma è soprattutto un diradamento dei capelli che colpisce e affligge la popolazione giovane, comincia già tra i 22-23 anni, e nei gradi estremi con l’età matura intorno ai 40 anni può diventare una vera e propria calvizie.

Nella donna raramente diventa calvizie, ma si presenta per lo più sotto la forma di un diradamento massiccio, la donna vede i capelli diventare più fragili e cadere in gran copia, dobbiamo tra l’altro dire che una caduta di 100 capelli al giorno è una caduta fisiologica, non è una patologia trovare dei capelli sull’asciugamano quando si fa uno shampoo, sul pettine, è una cosa assolutamente normale e l’alopecia androgenetica è una patologia fortemente invalidante: ci sono ragazzi che la tentano tutta nel senso che creme, lozioni, compresse, compresse a volte di preparati ormonali che hanno degli effetti benefici ma che hanno ahimè anche degli effetti collaterali cosiddetti “side effects” ovvero la problematica importante è una riduzione della libido soprattutto nell’uomo.

Cosa possiamo fare? Ma fino a ieri potevamo fare poco o niente, tentativi, solamente tentativi, tentativi che rimangono anche oggi ma che si arricchiscono di una metodica importante che è il cosiddetto PRP, ovvero il plasma arricchito di piastrine. Si tratta di una frazione del nostro sangue di piastrine particolarmente concentrata che si ottiene dal sangue del soggetto, quindi non vi è quindi aggiunta di elementi estranei, non vi è possibilità di contaminazione, una metodica assolutamente sicura e tranquilla che grazie alla fortissima stimolazione cellulare che inducono le piastrine, consentono una rinascita e una ricrescita dei capelli. I nostri o le nostre pazienti ci dicono che i capelli diventano subito più forti, cominciano a essere meno sottili e a cadere di meno e nell’arco di 6-9 mesi si assiste ad una ricrescita.

Naturalmente non è la panacea di tutti i mali, noi non immaginiamo che il PRP abbia risolto completamente il problema dell’alopecia androgenetica, ma certamente è un valido ausilio di cui oggi non sappiamo più fare a meno. In associazione al PRP, peraltro la metodica è abbastanza semplice e non particolarmente invasiva, si fa un prelievo di sangue lo si centrifuga in provette particolari, si estraggono i preparati piastrinici e poi si riiniettano con delle micro iniezioni sul cuoio capelluto, si fanno delle sedute, una a tempo zero, un’altra dopo 15 giorni e la terza dopo tre mesi.

Abbiamo visto da qualche tempo che stimolando ulteriormente il cuoio capelluto, la ricrescita di capelli e l’aiuto che può dare questo metodo che ha veramente del rivoluzionario PRP, può essere influenzato dalla possibilità di stimolare il cuoio capelluto con il needling, ovvero con queste rotelline con aghi minuscoli non proprio piacevolissime ma è possibile avere un’anestesia topica di buon livello con cui si riescono a stimolare il cuoio capelluto e ad avere un effetto ancora maggiore.

Si fa precedere alla seduta di PRP un trattamento NEEDLING e poi si fanno le classiche tre sedute. Il risultato è sempre buono, dipende naturalmente da soggetto a soggetto, la risposta è variabile ed è individuale e migliore nelle persone più giovani ed è ridotta o lievemente ridotta nell’età più matura, ma c’è comunque sempre una risposta: la risposta come accennavo si vedrà dopo 6-9 mesi. E’ qualcosa che comunque val la pena di tentare anche in associazione alle terapie tradizionali.