Microbotox: il futuro del botox

Prof. Giuseppe sito medico estetico e chirurgo

Potrà sembrare strano, ma la tossina botulinica fu scoperta – nel 1793 dal medico e poeta Justinius Kerner – grazie a un’intossicazione alimentare seguita a un banchetto nuziale durante il quale furono consumate delle salsicce. Da qui appunto il nome: “botulus”, ovvero “salsiccia”.

Ma solo nel 1897 fu isolato il Clostridium botulinum, il batterio all’origine della tossina, che può svilupparsi in tutti gli alimenti mal conservati e in assenza di aria. Furono, invece, dei ricercatori americani, negli anni ‘40 del secolo scorso, a cogliere le valenze terapeutiche del botulino, oggi vaste e approvate dall’americana Fda (Food and Drug Administration): dallo strabismo all’ipersudorazione di mani, ascelle e piedi, dalla distonia cervicale all’emicrania cronica. Senza dimenticare, ovviamente, le sue proprietà estetiche, che l’hanno meritatamente trasformato nella superstar dei ritocchi. Questa sostanza, iniettata in quantità 10 volte inferiori a quelle utilizzate per scopi terapeutici, agisce a livello delle terminazioni nervose periferiche, inibendo il rilascio di acetilcolina e interrompendo la connessione nervosa tra nervi e tessuti muscolari volontari, che allentano così la contrazione. Risultato: dopo qualche giorno, le rughe – specie quelle d’espressione – si attenuano visibilmente e la pelle appare più tonica e levigata. L’effetto dura dai 4 ai 6 mesi.

Come un “tappetino” sul viso
Se, però, negli ultimi anni, prescrizioni e protocolli estetici inerenti alla tossina botulinica sono rimasti immutati, oggi, grazie alle ricerche di Woffles Wu, chirurgo plastico di Singapore, la tossina botulinica entra in una nuova fase della sua storia: il Microbotox. La sostanza resta immutata, a cambiare è il suo dosaggio, che prevede quantità davvero minime, quasi omeopatiche. Con l’obiettivo (raggiunto) di contrastare alcuni fastidiosi inestetismi: acne, pori dilatati, texture spenta e poco luminosa della pelle. La metodica è molto semplice e indolore: una volta marcata e disinfettata la zona da trattare (viso – in particolare fronte, guance e zona perioculare – collo e décolleté), lo specialista inocula la tossina botulinica, con “punturine” a distanza di circa un centimetro l’una dall’altra, grazie a un ago sottilissimo, lungo solo 4 millimetri, creando una sorta di “tappetino” sul viso.
In tal modo la sostanza agisce non a livello del piano muscolare (come descritto nei precedenti interventi), ma molto più superficialmente a livello dermico, provocando un’energica stimolazione dei fibroblasti, cellule responsabili della sintesi di collagene ed elastina. La pelle si distende e ridensifica, la carnagione si illumina, si ridisegna la linea mandibolare, con un’attenuazione delle bande verticali e delle rughe orizzontali del collo.
Anche le ghiandole sebacee e sudoripare, presenti a livello cutaneo, beneficiano di questa azione, con la riduzione di acne e pori dilatati. Nessun effetto collaterale: solo un leggero rossore che scompare nel giro di qualche ora, mentre i primi risultati si notano dopo 2-3 giorni e durano circa 3-4 mesi, allo scadere dei quali si può effettuare un richiamo, che prolungherà gli effetti. Il Microbotox non presenta interazioni con altri trattamenti estetici come peeling chimici, laser, luce pulsata e filler.

microbotox

Da anni non erano modificate la tecnica e le indicazioni al trattamento con tossina botulinica (in Italia Vistabex, Azzalure, Bocouture). Diminuzione delle rughe, inibizione della motilità dei muscoli che sostengono le rughe stesse e, talvolta, ricerca di un viso liscio e senza difetti.
Nessuna attenzione però a quelli che sono problemi comuni e frequenti: acne, pori dilatati, texture spenta e poco luminosa, per i quali ancora oggi si usa e con soddisfazione la ridensificazione dermica. Da qualche anno però, grazie alle ricerche di Woffles Wu, chirurgo plastico di Singapore, si tentava di somministrare la minor quantità possibile di tossina ed avere i benefici migliori. Ed oggi finalmente, tutto questo è realtà. Il Microbotox, ovvero l’iniezione di minime quantità di tossina intradermica, ottiene tutto questo.
Miglioria dell’acne, restringimento dei pori dilatati, luminosità delle pelli opache e spente e tutto senza che il viso appaia inespressivo o rigido nei movimenti. La tecnica, del tutto indolore, è molto semplice: con una diluizione molto più generosa del consueto, si inoculano con micropunture ed in micropomfi, creando una sorta di tappetino sul viso; le dosi, ridottissime, quasi omeopatiche potremmo dire, di tossina che lavora questa volta non a livello del piano muscolare ma molto più superficialmente sul derma profondo, provocando un’energica stimolazione dei fibroblasti e da lì, il viso più riposato, più luminoso e con i pori ristretti, la texture ben migliorata e la scomparsa delle microrughe che diversamente è difficile mandar via.

Gli effetti immediati sono un leggero rossore che va via in qualche ora e nulla di più mentre i primi effetti si notano dopo qualche giorno e durano circa tre mesi: le sedute si ripetono infatti, per dare continuità al benessere, ogni 3 mesi e sono compatibili con la ridensificazione dermica e la luce pulsata che ne esaltano i risultati. Finalmente qualcosa di nuovo!

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