Gli uomini calvi sono più virili? Non è una leggenda, ma una verità scientifica. La forma più diffusa, detta alopecia androgenetica, si deve infatti, alla trasformazione – per opera di un enzima, il 5alfa-reduttasi di tipo II – di un’eccessiva quantità del principale ormone maschile, il testosterone, in un suo più potente derivato, il diidrotestosterone, capace di interferire negativamente sul ciclo di crescita del capello.
Che, privato di ossigeno e nutrimento, si indebolisce, diventa sempre più sottile e senza corpo, infine cade. Per circa l’88% degli uomini colpiti dal disturbo, molto contano anche le componenti genetiche, perché l’enzima citato, di solito si eredita. Prima si manifesta, più la calvizie sarà grave.
Inizia con un assottigliamento dei capelli e prosegue con un diradamento nella parte che va dalla fronte al centro della testa.
La zona occipitale (orecchio-nuca-orecchio) è quella che rimane indenne allacaduta. Il motivo è ancora sconosciuto, ma sembra che questi tessuti abbiano un’origine genetica diversa dagli altri.
Detto così, la calvizie potrebbe sembrare un processo irreversibile, da accettare con… rassegnazione.
In realtà, quel che conta è correre ai ripari tempestivamente, prima che i sintomi si manifestino in modo eclatante. Anche perché il decorso è molto più lungo e articolato di quanto si pensi: può iniziare già intorno ai 18 anni e protrarsi tutta la vita, seguendo – secondo gli studiosi – 22 stadi differenti.
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