Gli interventi più richiesti. I ritocchi più sicuri ed efficaci. I limiti e il futuro della medicina estetica. Intervista al professor Giuseppe Sito su questi e altri argomenti di grande attualità.
- Quali sono gli interventi di medicina estetica e chirurgia plastica attualmente più richiesti?
Dipende dalla stagione dell’anno: di certo, l’inverno è il periodo più gettonato per effettuare qualunque tipo di intervento. In primavera e autunno, prevalgono, invece, blefaroplastica, mastoplastica e lipoaspirazione, mentre in estate – complici le ferie – molte pazienti si sottopongono a operazioni più complesse, come addominoplastica, mastopessi e lifting. Per quel che riguarda la medicina estetica, sono più richiesti il rimodellamento dei volumi e la ridefinizione dell’ovale e il ringiovanimento delle mani, sempre con acido jaluronico, piuttosto che la correzione delle rughe. Sempre buone le performance di laser e peeling che levigano la pelle e correggono gli inestetismi.
- Com’è cambiato, negli ultimi 20 anni, l’approccio al bisturi per motivi estetici?
In meglio, perché la donna è, in genere, più consapevole e sa quello che vuole. Ma anche in peggio, nella misura in cui si fa influenzare dai modelli dominanti – spesso eccessivi – diffusi dalla stampa e dalla rete.
- Idolatrato da alcuni, l’ormai celebre botulino è oggetto, da parte di altri, di vere e proprie campagne diffamatorie che paventano effetti collaterali di ogni tipo e una vista gamma di “orrori” estetici. Ma è vero che rende inespressivo il viso o peggio lo gonfia in modo innaturale? E soprattutto si può considerare sicuro?
Sì in realtà, è un argomento molto dibattuto e colgo l’occasione per fare chiarezza. Innanzitutto, l’uso corretto del botulino non comporta la paralisi dei muscoli, bensì la loro distensione, con la conseguente riduzione delle rughe a riposo, senza modificare la mimica. Proprio per questo meccanismo d’azione non può “gonfiare” i volti, come spesso si crede. Così, se utilizzato nelle dosi consentite dalla legge (10 volte inferiori a quelle previste per scopi terapeutici), non provoca rischi per la salute. Di conseguenza, è decisamente elevato il margine di sicurezza.
Gli studi, spesso citati dai suoi detrattori, che ipotizzavano un possibile passaggio del botulino in organi distanti dalla zona trattata, sono, in realtà, stati condotti sui topi (non sempre comparabili con le persone), usando quantità circa 150 volte superiori a quelle mediamente iniettate nell’uomo. Trattandosi di uno studio pre-clinico, i risultati che si evidenziano non sono da considerarsi necessariamente applicabili e/o rilevanti anche nelle applicazioni cliniche.
Il profilo clinico di sicurezza del Botulino è stato ampiamente investigato in numerosi studi clinici e pre-clinici condotti nel corso degli anni. Nessuna pubblicazione ha riportato un evento clinico che suggerisca una azione centrale incontrollabile, pericolosa o non desiderabile.Al contrario, una ricerca, condotta su esseri umani e pubblicata sul Biochemical Journal, ha dimostrato che la tossina botulinica non “migra” dall’area del trattamento. Di conseguenza, eventuali effetti collaterali – pure possibili, come la ptosi (o caduta) delle palpebre e dovuti all’utilizzo di dosi errate o, soprattutto, alla scarsa perizia del medico – sono, comunque, reversibili e transitori.
- Cosa consiglierebbe, dunque, a una donna che intende sottoporsi a un’infiltrazione di tossina botulinica, senza correre rischi?
Le suggerisco di verificare che il medico prescelto sia esperto e abbia seguito dei corsi specifici. E che utilizzi uno dei tre prodotti consentiti dalla legge: “V i s t a b e x” (di Allergan), “A z z a l u r e” (prodotto dalla Ipsen e commercializzato da Galderma) e il più recente “B o c o u t u r e” (di Merz). Una volta effettuato il trattamento, deve richiedere allo specialista l’apposito cedolino, osservando, infine, alcune norme elementari come non strofinarsi o massaggiarsi per alcune ore sulle zone trattate.
- Si vedono, un po’ dovunque, zigomi troppo pronunciati e sgradevoli labbra a canotto. Come evitarle, senza rinunciare a restituire pienezza e turgore a una bocca segnata dal tempo?
Bisogna puntare solo su sostanze riassorbibili, come l’acido jaluronico o il grasso autologo (cioè prelevato dall’organismo della paziente) e non permanenti, che in realtà nessun medico coscienzioso dovrebbe proporre. Altrettanto essenziale stabilire una buona intesa tra specialista e paziente, concordando più incontri per infiltrare piccole dosi di prodotto fino a ottenere l’effetto desiderato. In ogni caso, meglio non superare mai le dosi consigliate, ovvero una siringa per le labbra e due per gli zigomi.
- Ma un “danno” già fatto è reversibile?
Si può intervenire chirurgicamente asportando i materiali impiantati o ricorrere a preparati a base enzimatica, come lo jaluronidasi, che li dissolvono progressivamente.
- Ci sono casi in cui lei preferisce dire di “no”?
Cerco di farmi guidare sempre dal buon senso, evitando esagerazioni ed eccessi. Detto questo, dico no alle minorenni, che non opero mai, eccetto i casi – per malattia o incidente – in cui sia richiesta la chirurgia ricostruttiva. E a alle donne che chiedono un ringiovanimento eccessivo rispetto all’età anagrafica, perché il risultato complessivo non sarebbe armonico.
- In genere, le sue pazienti come vivono il post-intervento?
Con serenità, perché cerco di prepararle in modo adeguato, con colloqui ed esami approfonditi. L’importante è avere ben presente che la chirurgia estetica non può (e non deve) cambiare la vita, ma solo renderla più gradevole, aiutando una persona ad accettare meglio i segni del tempo che passa.
- Ha mai avuto casi di “pentimento”?
Solo una volta: una paziente che si era sottoposta a una mastoplastica – perdipiù con ottimi risultati – ha preferito farsi asportare le protesi, perché il marito non aveva gradito il cambiamento.
- La Commissione Sanità del Senato ha, di recente, approvato il testo della legge che istituisce l’obbligo del chirurgo, di segnalare al Ministero della Salute, attraverso un Registro regionale, tutti i dati relativi (modello, marca, materiale, esiti successivi all’intervento) agli impianti di protesi. Lei cosa ne pensa?
Era ora! Finalmente sarà possibile garantire la completa rintracciabilità dele protesi impiantate, pur nel rispetto della privacy della paziente, grazie all’autorità garante. E si metterà finalmente fine agli abusi. Nella mia lunga carriera ho visto veramente di tutto e ho dovuto operare pazienti con protesi rubate o danneggiate già al momento dell’impianto, persino di marche differenti una dall’altra!
- Quali sono, secondo lei, le prospettive più promettenti nell’ambito della medicina e chirurgia estetiche?
Indubbiamente le infinite possibilità di utilizzo delle cellule staminali. Oggi siamo solo agli inizi, perché non conosciamo fino in fondo gli effetti collaterali del loro impianto a scopo di ringiovanimento. Ma la ricerca continua e presto potremo far conto su questa metodica per la rigenerazione dei tessuti, senza rischi per la salute.