Il corpo tende a naturalmente a formare una barriera protettiva tre se stesso e qualsiasi corpo estraneo che si ritrovi al suo interno. Questa reazione avviene anche nel caso dell’impianto di protesi mammaria a seguito di una mastoplastica e porta alla formazione della cosiddetta capsula. Ogni protesi mammaria che viene impiantata causa una prevista reazione infiammatoria a livello del seno. In alcuni casi questo processo tende a progredire troppo a lungo e diviene causa di sintomatologia. La sintomatologia è causata dalla reazione fibrotica che porta all’ispessimento della capsula periprotesica dando luogo alla “contrattura capsulare”.

contrattura capsulare
contrattura capsulare prima e dopo la correzione

Avere una sintomatologia di durezza dell’impianto o di dolenzia della stessa protesi, in seguito all’impianto è da considerarsi patologico ed è motivo sufficiente per effettuare la diagnosi di contrattura capsulare. Talvolta, come si vede dalle foto, la contrattura capsulare deforma il seno e costringe all’intervento chirurgico per rimodellare il seno. La contrattura capsulare è classificata dal grado 1 al grado 4 in base alla severità della sintomatologia.

Baker Grado 1 – Il seno ha una consistenza soffice e sembra natural. Il grado uno è da considerarsi comune in tutti i pazienti. Solo quando la capsula inizia a contrarsi avviene la contrattura capsulare.
Baker Grado II – Il seno è meno mobile ma sembra naturale.
Baker Grado III – Il seno è immobile ed inizia a sembrare innaturale nella forma.
Baker Grado IV – Il seno è duro, la forma si altera ed il dolore ed il disconfort sono associate a questo livello di contrattura.

Terapia della contrattura capsulare

La terapia è di tipo chirurgico. Tutte le manovre che cercano di rompere la capsula “spremendo” la protesi hanno un basso livello di successo, mettono a rischio la rottura dell’impianto e sono estremamente dolorose. La terapia chirurgica che si è dimostrata di maggior successo è la capsulectomia che consiste nella rimozione del tessuto fibrotico e quindi nella semplice apertura della caspula (capsulotomia). La terapia medica in particolar modo con gli inibitori degli antileucotrieni ha degli effetti nei gradi iniziali della contrattura capsulare ma non riesce ad agire nella fasi tardive della complicanza.

Prevenire la contrattura capsulare

contrattura capsulare
contrattura capsulare prima e dopo la correzione

Non c’è nessun modo per escludere in maniera assoluta la comparsa di una contrattura capsulare la cui incidenza è stimata tra 4% e 8% ma esistono dei fattori che possono ridurne i rischi. L’impiego di una tecnica standardizzata con riduzione del numero di infezioni e sieromi sicuramente ne abbassa il rischio. Il posizionamento della protesi a livello sottomuscolare è sicuramente il fattore più determinante nella riduzione dell’incidenza di contrattura capsulare. Questo fenomeno è dovuto sia al “massaggio” che effettua il muscolo sulla protesi sia alla minore flora batterica rispetto al piano sottoghiandolare.
L’assunzione di Vitamina E, massaggiare il seno ed impiegare reggiseni compressivi sono metodiche spesso consigliate ma sulla cui validità non esistono evidenze. L’assunzione di inibitori degli AntiLeucotrieni (Accoleit) 20 mg due volte al giorno per un mese per ridurre l’ incidenza di contrattura capsulare è supportata da diverse evidenze scientifiche.